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  • Writer's pictureNicolò Govoni

Il Modello Still I Rise

IL MODELLO STILL I RISE:


1. La Scuola è Casa, o l’importanza della Bellezza. È raro, anche negli studi pedagogici più all’avanguardia, trovare la parola “istruzione” e la parola “bellezza” nella stessa frase. In Italia siamo maestri di bellezza, di estetica, di arte, eppure le nostre scuole sono le più brutte, le più spoglie, le più fredde, le più svilite. A Still I Rise, però, abbiamo scoperto una correlazione chiave tra la bellezza e l’apprendimento. Costruendo Scuole curate nei minimi dettagli, usando materiali accoglienti, valorizzando gli spazi tramite l’uso della luce, disseminando cultura e orizzontalità in ogni angolo della struttura, abbiamo scoperto che, in una Scuola bella, lo studente va più volentieri, si sente visto, apprezzato, accolto, e impara più velocemente, con meno fatica. Non solo: di una Scuola bella, lo studente si fa anche carico. Sentendosi curato, cura a sua volta, e curando diventa proprietario. E così la scuola non è più semplice “scuola”. È la “sua” Scuola. È Casa. Questa filosofia si sostanzia nello spazio pedagogico della Sala Comune, il cuore pulsante di ogni nostra Scuola, un ambiente caratterizzato dal legno, dal vetro, dalle superfici morbide e accoglienti, dall’abbondante luce naturale, in cui ritrovarsi - studenti e insegnanti - durante il tempo libero, e trasformare l’esperienza scolastica dalla catena di montaggio dell’istruzione tradizionale alla realtà agricola della filosofia Still I Rise. Noi qui facciamo Scuola per la Vita.


2. Lo studente al Centro, o il coraggio della Democrazia. A Still I Rise, la lezione non è mai frontale. L’insegnante non è mai protagonista dell’apprendimento. È laterale, un facilitatore. Uno strumento. Un faro. Nella scuola tradizionale, il rapporto insegnante-studente è iniquo: l’insegnante pieno (“vivo”) di nozioni, e lo studente vuoto (“morto”). L’insegnante riempie il vuoto dello studente, svuotandosi gradualmente a sua volta, fino a diventare lui o lei stesso “morto”, obsoleto, e lo studente “vivo”, pieno. A Still I Rise crediamo nell’approccio opposto. Quella tra insegnante e studente è una dinamica equa in quanto entrambi hanno conoscenze pregresse da contribuire all’apprendimento. Sono entrambi “vivi”, pieni solo in parte, e quindi pronti allo scambio. L’insegnante entra in classe con un obiettivo in mente e una domanda fondamentale per gli studenti. Ma nessuna risposta. Saranno gli studenti a usare le risorse disponibili - i libri, la tecnologia, gli uni gli altri e l’insegnante stesso - per trovare una risposta a quella domanda, ognuno forgiando un percorso differente, secondo la propria esperienza, cultura e sensibilità individuale. Alla fine, gli studenti condividono le proprie scoperte, arrivando a rispondere collettivamente al quesito posto, ognuno portando alla comunità informazioni e prospettive uniche, dando vita a un apprendimento policromo, ricco e individualizzato. Questa è una lezione costruttivista. È creatività, pensiero critico e democrazia - l’opposto dell’omologazione. Il design delle nostre aule lo riflette pienamente. Ma soprattutto, a rifletterlo sono i valori che insegniamo insieme ai contenuti educativi. Perché uno studente sia pronto a un’istruzione rivoluzionaria, è necessario prima aprire la sua mente. È un processo scientifico, meticoloso, organico. Ogni giorno, integrato nelle unità didattiche, integriamo l’apprendimento dei seguenti valori: 1. Coraggio. 2. Trasparenza. 3. Capacità di porre domande. 4. Capacità di conoscere. 5. Capacità di pensare in modo critico. 6. Capacità di comunicare in modo efficace. 7. Solidità dei princìpi personali. 8. Capacità di immedesimarsi nell’altro. 9. Gentilezza. 10. Capacità di correre rischi calcolati. 11. Capacità di vivere con misura. 12. Capacità di riflessione. 13. Ambizione. È così che formiamo gli studenti del futuro. È così che cresciamo i leader di domani.


3. L’insegnante è Mentore, o la forza della Famiglia. Per realizzare un apprendimento davvero innovativo, la tecnologia e le infrastrutture sono irrilevanti. La chiave di volta è l’insegnante. Nelle Scuole Still I Rise, l’insegnante è un membro della Famiglia, e la Scuola un luogo di protezione, di ascolto, di vera accoglienza. L’insegnante ha la flessibilità mentale e la capacità umana di porsi come figura autorevole (mai autoritaria) in classe ma anche come confidente e mentore al di fuori. Ogni studente, soprattutto in età adolescenziale, ha bisogno di adulti di riferimento che fungano da guide nel labirinto della vita. Spesso i genitori non possono svolgere questo ruolo perché allontanati, quasi rifiutati, seppur in modo temporaneo, dal ragazzo come parte del naturale processo di affrancamento e definizione del sé. Chi, quindi, si qualificherà come modello di riferimento, nella vita di un giovane? È presto detto: VIP e influencer. A Still I Rise, noi offriamo un’alternativa. In un ambiente sicuro e controllato, noi abbiamo sintetizzato una soluzione scientifica alla reclutamento degli insegnanti-mentori. Come? Rivoluzionando il nostro processo di selezione delle risorse umane: partiti da un reclutamento più tecnico e tradizionale, basato sui certificati, le lauree, i corsi di aggiornamento, la pianificazione delle lezioni e delle unità, la conoscenza formale della materia - elementi cruciali comunque presi in considerazione -, ci siamo resi conto che tutto questo è, in realtà, secondario. Perché tutto ciò che è tecnico si può imparare, e noi a SIR siamo rodati nella formazione degli insegnanti. Quello che non si può imparare, invece, è la passione. Le capacità interpersonali. Le cosiddette “soft skills”. Abbiamo messo a punto un nuovo sistema di reclutamento che, attraverso domande, test e prove pratiche, riesce a rivelare il fuoco, la fame, la passione del candidato, così da assumere non chi si sveglia e pensa: “Oggi vado a scuola.” Ma chi si sveglia e pensa: “Oggi vado a cambiare il mondo.”


4. Il Pensiero Globale, o la rivoluzione della Libertà. Questo è il pilastro più tecnico, ma anche il più importante. Molti pensano che fare “scuola internazionale” significhi fare una scuola bilingue, o con studenti stranieri o, ancora, con insegnanti stranieri. Non è così. Il concetto di “scuola internazionale” si riferisce a una categoria scolastica specifica - pedagogica ma anche legale - differente dalla scuola pubblica e dalla privata. Una scuola internazionale è una scuola che insegna un programma diverso da quello nazionale o, nel nostro caso, un programma che “programma” non è affatto. Domanda: perché, secondo te, agli studenti italiani insegniamo le città statunitensi, per esempio, ma non Lagos, in Nigeria, una città di 15 milioni di abitanti e con una rilevanza di gran lunga più pregnante per l’economia del nostro Paese? E, dimmi: per il futuro della nostra specie, pensi sia più importante conoscere a memoria la storia europea dal Secolo X al secolo XIII oppure, a prescindere dai secoli e dai luoghi, i concetti di epidemia, di integralismo, di guerra e di pace? E, soprattutto, saperli individuare nel mondo di oggi, di ieri e di domani? E spiegare, applicare indiscriminatamente nel contesto italiano, indiano e russo? E perché un allievo italiano completa il suo percorso scolastico senza sapere alcunché della gloriosa storia dei popoli etiopici? La risposta è semplice e terribile al contempo: perché fare scuola tradizionale - fare programmi ministeriali, offrire solo uno scorcio del mondo, in tutte le scuole del Paese, generazione dopo generazione - è fare politica. Ogni volta che forniamo alle giovani menti lo stesso pacchetto di informazioni predefinite per decifrare la realtà, noi non le stiamo liberando, lo stiamo controllando, e nel farlo, stiamo preservando lo status quo. L’educazione tradizionale è, da progettazione, politica. Ma c’è una soluzione. A Still I Rise, noi insegniamo concetti, non contenuti. Non insegniamo le capitali del mondo, insegniamo il concetto di capitale. Non insegniamo Giulio Cesare, Carlo Magno e Hitler. Insegniamo il concetto di impero. Sarà poi lo studente a scegliere come acquisire quel concetto, attraverso gli esempi storici e geografici che più lo interessano, costruendosi un percorso individualizzato ed efficace. E se questo ti sembra impossibile, utopico, ripensaci: è già il metodo più diffuso nelle scuole più costose ed elitarie del globo, quelle in cui la classe dirigente forma se stessa. Ed è qui che noi completiamo la nostra Rivoluzione: siamo i primi al mondo a offrire il percorso educativo più riconosciuto del Pianeta, il Baccalaureato Internazionale, ai bambini profughi e vulnerabili, gratuitamente. Per una Scuola che liberi, anziché imprigionare.

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